Immagini di Maternità

La bellezza della vita che nasce

Nell’ambito della Mostra Promossa dalla Conferenza Episcopale Marchigiana in collaborazione con la Regione Marche Immagini di Maternita’. La Bellezza Della Vita Che Nasce (14 Luglio – 30 Novembre) che è frutto della collaborazione tra le Diocesi Marchigiane, questo progetto celebra la ricchezza del nostro patrimonio artistico sacro. Partecipano 13 musei diocesani, ognuno ospitando alcune opere iconica dedicata alla Madonna, da scoprire lungo un itinerario che attraversa tutta la nostra terra: un vero e proprio Pellegrinaggio Giubilare alla ricerca della “Bellezza della vita che nasce”.
Il Museo Diocesano di Ascoli Piceno ha declinato il tema della Mostra giubilare riflettendo come il concetto di maternità nel mondo contemporaneo abbia smarrito la centralità esistenziale e sociologica che aveva sino alla prima metà del secolo scorso. Nella società attuale il concetto di maternità è relegato in uno spazio frammentario, ritagliato in contesti delimitati dalle molte esigenze, scadenze, impegni che la quotidianità impone in un divenire fluido dove l’individuo non può o non vuole misurarsi con l’impegno genitoriale.
Una Maternità dunque “in frammenti”.
Eppure questi frammenti, se presentati e proposti al mondo d’oggi, mantengono la bellezza, la profondità e il respiro di un progetto più vasto che tuttora fa capire come la scelta esistenziale della maternità dischiude orizzonti nuovi e inaspettati.
Così abbiamo voluto presentare opere “frammentarie”, smembrate e sezionate nel corso dei secoli, che hanno perso per questi eventi la loro antica e nobile unitarietà, ma che tuttora, in questa spoliazione di significato, ancora rilanciano il loro messaggio assoluto di legittimità nel porsi come esempio paradigmatico di un divenire che appartiene all’umanità.
Quindi opere frammentarie custodite nel Museo Diocesano di Ascoli Piceno che rispecchiano, nel presentare una maternità mutilata, il valore assoluto del messaggio divino.

Luogo della Mostra

MUSEO DIOCESANO DI ASCOLI PICENO, SALA DEL FOGOLINO

Orari d’apertura

DAL 14 LUGLIO AL 30 NOVEMBRE 2025
NEGLI STESSI ORARI DEL MUSEO

Opere scelte

Pietà-di-Saturnino-Gatti

Opera: Pietà

Autore: Saturnino Gatti

Data: 1518

Provenienza: San Vittorino, L’Aquila 1463 – L’Aquila, 1518

Tecnica: terracotta modellata dipinta

Dimensioni: 112 cm x 80 cm

Descrizione: Il gruppo plastico, a lungo dimenticato in un ripostiglio, è stato riportato in luce nel giugno 2006 in nove parti maggiori e numerosi frammenti in uno stato di conservazione fortemente deteriorato, con notevoli lacune anatomiche e consistenti ridipinture e rifacimenti nella cromia come incongrui risarcimenti in gesso della parte plastica.
Dall’analisi dei documenti è stato possibile risalire all’originaria esecuzione dell’opera, con ogni probabilità eseguita da Saturnino Gatti, grande artista bruzzese allievo di Silvestro dell’Aquila, commissionata dal Capitolo della Cattedrale nel 1517: i canonici Tommaso Miliani e Tiberio Caffarelli richiesero un gruppo scultoreo di più figure delle quali l’artista riuscì a completare prima della morte solo l’opera in esame.
Lo stato frammentario dell’opera, ricomposta dopo un attento restauro, accentua la drammaticità della morte del Figlio e ci consegna un sentitento universale del dolore materno riscattato alla luce della Redenzione operata dalla Passione di Cristo.

Sala del Crivelli - Madonna in tronno con Bambino - Carlo Crivelli

Opera: Madonna in Trono col Bambino

Autore: Carlo Crivelli

Data: 1473 – 1474

Provenienza: Venezia, 1430 ca. – 1494 ca.

Tecnica: tempera su tavola

Dimensioni: 71 cm x 50 cm

Descrizione: La tavola è quanto rimane di un polittico di cui forse costituiva il pannello centrale. Proviene dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Poggio di Bretta ed è stata tradizionalmente attribuita a Carlo Crivelli. Tale ipotesi è stata avallata da quasi tutta la critica successiva e lo Zampetti correttamente la ritiene eseguita post 1470, ma sicuramente prima del 1473 quando il maestro esegue il Polittico della Cattedrale. Un momento di transizione intorno al 1472, suffragata dal fatto che la chiesa di Poggio di Bretta dipendeva della Cattedrale di Ascoli e che quindi la tavola fosse una commissione per verificare le capacità pittoriche dell’artista prima di affidargli l’impegnativo e superbo polittico del 1473.
La tavola presenta la contemplazione orante della Vergine sul del Figlio secondo uno schema compositivo già ampiamente sperimentato nella cultura veneta e veneziana che sintetizza la prefigurazione della morte con la sofferta, ma consapevole accettazione della Madre nella certezza della Resurrezione finale. A ciò alludono i frutti della mela, come riscatto dal peccato originale, e delle pesche come simbolo trinitario di immortalità

Madonna col Bambino in Trono fra San Giuliano e San Sebastiano - Pietro Alamanno

Opera: Madonna col Bambino in trono fra San Giuliano, San Sebastiano

Autore: Pietro Alemanno (attr.)

Data: ultimo decennio del sec. XV

Provenienza: Göttweig, 1430/1440 – Ascoli Piceno, 1498

Tecnica: tempera su tavola

Dimensioni: 67 cm x 56 cm

Descrizione: Posto in origine sull’altare maggiore della Chiesa di San Giuliano alle falde del monte Pelasgo, l’opera non viene mai citata nelle antiche guide fino al 1900. Già a quell’epoca era stata privata delle tavole adiacenti dal proprio polittico, probabilmente per l’umidità presente nella chiesa, già nell’anno 1800 quando la chiesa viene rimodulata nel suo interno. Nonostante la perdita di gran parte della tavola, è possibile riconoscere i santi posti ai lati della Vergine i quali, contrariamente alle impostazioni solite dell’Alemanno, che prevedevano le figure dei santi laterali dipinte su singole tavole, sono posti in uno spazio unitario con la Madonna in trono secondo la tendenza più aggiornata delle “Sacre Conversazioni” che si diffondono nella cultura pittorica dalla fine del Quattrocento al primo Rinascimento. Il manto blu damascato in oro con un motivo a foglie inframezzate da stelle della Madonna in trono rimanda alla simbologia della Vergine come Ianua coeli, principio di ogni cosa, e i frutti della mela e delle pesche, di ascendenza crivellesca, sottolineano il valore della Redenzione dal peccato originale e dell’Immortatlità.