L’identità ritrovata
Opere d’arte dal Territorio di Arquata del Tronto
La mostra presenta quattordici opere restaurate, provenienti dalle chiese delle frazioni di Arquata del Tronto colpite dal sisma del 2016, restituendo alla comunità simboli preziosi della propria identità. Promossa congiuntamente da Diocesi, Comune e Soprintendenza, l’iniziativa nasce come segno concreto di rinascita e di collaborazione tra le istituzioni del territorio. Le opere, tra pittura, scultura e oggetti liturgici, raccontano con forza la devozione, la storia e le tradizioni ancora vive della comunità arquatana. Un’esposizione che invita a riscoprire le proprie radici attraverso l’arte sacra, trasformando il dolore in bellezza condivisa. La mostra è dedicata a Don Angelo Ciancotti, figura amatissima, che ha saputo coniugare fede e cultura, impegnandosi con passione nella tutela del patrimonio spirituale e artistico di Arquata.
Luogo della Mostra
ARQUATA DEL TRONTO, BORGO D’ARQUATA, EDIFICIO ROTARY
Orari d’apertura
Periodo invernale (da settembre)
Periodo estivo (Luglio e agosto)
Opere scelte
Opera: Annunciazione
Autore: Ambito di Francesco Albani
Data: 1620
Provenienza: Arquata del Tronto, Chiesa Santissima Annunziata
Tecnica: Tempera su tavola
Dimensioni: 256×192 cm
Descrizione: La Vergine è raffigurata a destra in ginocchio, col capo chino, nell’atto di ricevere l’annuncio che l’angelo, in veste gialla, le dà sopravvenendo da sinistra. In alto, tra una gloria di cherubini, appare la colomba dello spirito Santo. La tela rientra in una tipologia di opere dell’Albani che trattano il tema dell’Annunciazione di Maria presentando una composizione strutturale assai simile. Il dipinto in esame, pur non di mano del grande maestro, è sicuramente opera di alta impaginazione prospettica e coloristica mostrando come le caratteristiche prioritarie dello stile del maestro fossero state ben assimilate dall’ignoto artista che assimila la cultura dell’Albani e la diffonde nel territorio di Arquata sicuramente entro il secondo decennio del XVII secolo.
Opera: Santa Lucia
Autore: Cerchia del maestro della Santa Caterina Guliano
Data: prima metà del XIV sec
Provenienza: Arquata del Tronto, fraz. Vezzano, chiesa di Santa Caterina da Siena
Tecnica: legno scolpito, dipinto
Dimensioni: 142×40 cm
Descrizione: Statua policroma in legno scolpito e dipinto raffigurante Santa Lucia nella classica iconografia che la ritrae con il piattino con gli occhi. Sembrerebbe risalire alla prima metà del secolo XIV eseguita nella cerchia del Maestro della Santa Caterina Gualino per la finezza del volto allungato, l’incarnato perlaceo ravvivato da leggeri tocchi rosacei sulle guance e altri dettagli che la riconducono a questa cerchia culturale e ai Maestri abruzzesi d’impronta angioina. Originariamente si trovava presso la chiesa a lei intitolata accanto al cimitero di Vezzano ad Arquata del Tronto; successivamente è stata trasferita nella chiesa di Santa Caterina all’interno del paese ed infine nel Museo Diocesano di Ascoli Piceno.
Opera: Tabernacolo
Autore: ambito marchigiano
Data: XVI sec
Provenienza: Arquata del Tronto, fraz. Tufo, Chiesa SS.Annunziata
Tecnica: legno intagliato
Dimensioni: 34 x 30 x 52 cm
Descrizione: Tabernacolo ligneo dorato di bottega marchigiana del XVI secolo a forma di parallelepipedo, con dipinto sul fronte della porticina raffigura Cristo con la Croce e sulle specchiature laterali la Madonna della Misericordia e Sant’Agostino. Da un lato riporta l’iscrizione in lettere capitali PVNICA QUEM GENVIT / INVIDIOS (…) e dall’altro S. AGVS/TINO/ HOR/ APRO/ NO. Proviene dalla chiesa della Santissima Annunziata in Frazione Tufo di Arquata del Tronto. Proprietà della Parrocchia della Santissima Croce in Pescara del Tronto.
Opera: Compianto sul Cristo morto
Autore: Ambito di Cola dell’Amatrice
Data: prima metà del sec. XVI
Provenienza: Arquata del Tronto, fraz. Borgo, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tecnica: Lunetta. Tempera su tavola
Dimensioni: 60 x 225 cm
Descrizione: La tavola conservata anticamente nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo viene tradizionalmente attribuita a Cola dell’Amatrice. Pare più opportuno ascrivere l’opera ad un ambito culturale direttamente in relazione col maestro. Se infatti la figura della Vergine posta al centro della lunetta presenta una diretta ascendenza figurativa con la cultura del Filotesio, la contrazione dello spazio, determinata dal forte assembramento delle altre figure dei santi, limita la riuscita pittorica dell’insieme anche se infonde all’opera una drammaticità potente che rimanda alla cultura figurativa del maestro. Probabilmente si tratta della parte sommitale di un’opera più ampia.
Opera: Croce astile
Autore: Bottega abruzzese
Data: primi del sec. XVI
Provenienza: Arquata del Tronto, fraz. Colle, chiesa di San Silvestro
Tecnica: Argento cesellato
Dimensioni: 44,5 x 28,5 cm
Descrizione: La croce, in rame dorato, presenta, sul recto, il Crocifisso, in argento, con il costato in evidenza e un lungo perizoma; alle estremità, entro formelle polilobate, il Pellicano mistico, le mezze figure dell’Addolorata e di san Giovanni, e la Maddalena. I bracci sono rivestiti da un decoro fitomorfo in smalto filigranato e da una formella in niello con la Madonna col Bambino. Sul verso, le terminazioni contengono le mezze figure degli Evangelisti mentre all’incrocio dei bracci, sempre ornati in smalto filigranato, è posta l’Annunciazione, già in smalto, ma caduto; nel potenziamento lungo il braccio verticale compare, in niello, la scritta “frate Marino” relativa al donatore. Nonostante il mediocre stato di conservazione, la croce è un notevole esempio di oreficeria in cui la tipologia e varietà delle tecniche e dei decori denuncia l’opera di una bottega abruzzese attiva nella seconda metà del XV secolo, influenzata dal grande Nicola da Guardiagrele nelle delicate placchette smaltate.
Opera: San Francesco con due angeli implora il perdono alla Porziuncola
Autore: Guiduccio da Urbino
Data: sec. XVII
Provenienza: Arquata del Tronto, fraz. Borgo, chiesa di S. Francesco
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 290 x 200 cm
Descrizione: La grande pala d’altare era posta nella navata di sinistra della chiesa sulla parete di fondo ed anche qui era incastonata in un grande altare ligneo coevo al dipinto.
Durante il restauro è venuta alla luce la firma del pittore che ha realizzato il dipinto e parzialmente la data della sua esecuzione: Guiduccio da Urbino, 16[.]1
La raffigurazione rappresenta San Francesco che implora il Perdono alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli (PG).
In alto, sono Cristo e la Vergine assisi su un trono di nubi e circondati da una gloria di angeli. Al centro, campeggia la figura di San Francesco, vestito del tipico saio con in mano alcuni fiori. Accanto al santo un angelo indica la visione, mentre l’altro fa il suo omaggio floreale a quello che gli è davanti, a sottolineare l’importanza del momento. La scena si svolge dinanzi ad una quinta architettonica che verosimilmente ricorda la Porziuncola